Miele

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Descrizione

“E poi ci rido su” (Lumaca Dischi), album di esordio dei Caleido, band toscana formata da Cristiano Sbolci Tortoli alla voce e chitarra (già bassista nei Siberia), Leonardo Nesi alla batteria, Alessandro Rizzo al piano e tastiere, Lorenzo Carfì alla chitarra e Guido Frosini al basso.

 

Tutto il disco,  si muove attorno a un filo rosso rappresentante il “Non Amore”. La forza, la rabbia, l’amore e la disperazione. L’eroismo e i ricordi, i viaggi e il dolcissimo sesso delle prime volte. I Caleido fanno rivivere attraverso questo esordio tutte quelle sensazioni che sono presenti in tutti noi, che abbiamo custodito con cura, a cui abbiamo affidato la maggior parte della nostra giovinezza e che con queste canzoni sembrano riaffiorare.

 

L’album, scritto da Cristiano Sbolci Tortoli, registrato da Caleido con Alessandro Di Sciullo, prodotto da Vladimir Eduardo Costabile, è composto da 10 brani: si parte con Polaroid è forse il brano simbolo dei Caleido. A primo impatto trasmette tutta l’energia della band, ma ad un ascolto più approfondito rimanda ad una malinconia – trasmessa dalla polaroid, unica rimasta – di un amore “ormai maturo” di una relazione finita. La seconda track è Miele”, unica canzone del disco a parlare di un amore in un momento presente e in una specifica situazione. E Sempre Stato Bellissimo” racchiude in tre minuti ogni momento simbolico, ogni immagine ed ogni sensazione che ci ha, una volta, fatto sentire bene. Il viaggio in Copenaghen” ci porta a scoprire e scoprirsi. Non Piangere” (non a tutto si può rimediare, quindi non piangere, il tempo passa, e torni a ridere) ed “Elettroshock” (tu sei un elettroshock, un colpo di fulmine ripetuto ogni giorno nella quotidianità) sono i brani centrali del disco. “Chiara” è la perfetta identificazione dell’insoddisfazione tipica dell’età dell’adolescenza in cui si cerca di colmare un grande vuoto con un “troppo pieno” che in realtà non esiste, e che non fa altro che accrescere ciò da cui Chiara tenta di scappare. L’album conclude con “Weekend” (un hangover di cui ci pentiamo ogni volta), “Giulia” (protagonista indiscussa di ogni verso. Giulia però non esiste, è solo un altro nome per ognuno di noi, che siamo insicuri e testardi: Giulia non vuole, Giulia non vuole, ma finalmente, Giulia vuole) e “Fotomodella”, epilogo naturale del disco, è l’incontro tra due ex dopo tanto tempo. Conoscono ogni dettaglio dell’altro, ogni difetto provato a mascherare ed ogni sensazione. Il tempo però è passato e quel sentimento, quel tormento che erano presenti alla fine della relazione, ormai, sono cambiati. C’è solo una possibilità: “E Poi Ci Rido Su”.